lunedì 30 novembre 2009

La nuova e occulta truffa sulla benzina, inflittaci direttamente dal ns. benzinaio di fiducia (forse inconsapevole?)


Alcuni amici lupi, un po’ selvatici ma non ancora del tutto ciechi, che vivono abitualmente in Spagna, mi sottopongono oggi la scoperta di una nuova ( nel senso che solo ora se ne e’ avuta conoscenza ) truffa sul gia’ tartassato costo della benzina, della quale piu’ o meno quotidianamente ci vediamo costretti ad approvigionare i nostri altrettanto, per differenti motivazioni fiscali, gia’ tartassati mezzi di trasporto.

Sembrerebbe difatti che ogni volta che ci rivolgiamo ad un distributore di benzina o gasolio, richiedendo come abitualmente si fa’, 10 oppure 20 oppure 50 euro, o qualunque dei multipli di 1 euro, di carburante da erogarci; l’addetto connetta la pompa prescelta impostando sul sistema che attiva l’erogazione della stessa, la unita’ di misura “euro”, e poi la quantita’ di euro richiesta.

Esiste anche un altro possibile modo di impostare il sistema di erogazione alla pompa prescelta, questo differrente modo consiste nell’impostare non la unita’ di misura “euro”, ma bensi’ la unita’ di misura “litri”.

Apparentemente nulla dovrebbe cambiare nel risultato finale, che consiste nel quantitativo corrispondente di benzina o gasolio riversato nel serbatoio del ns. mezzo di trasporto, sia che esso sia espresso in “euro” oppure in “litri”.

Tenete anche conto che presso ogni stazione di rifornimento esiste per norma di legge, un contenitore con un volume prefissato in litri, il quale contenitore e’ stato precedentemente controllato, vidimato ed omologato, certificandone cosi’ la assoluta veridicita’ sula capacita’ del contenuto.

Detto contenitore, sempre per norma di legge deve essere disponibile a chiunque lo richieda per effettuare una prova di controllo.

Inoltre l’ufficio di Guardia di Finanza preposto, effettua periodicamente dei controlli a campione sulle stazioni di rifornimento, controllando appunto, mediante tale contenitore la veridicita’ del volume di carburante erogato; cioe’ l’importo in litri segnato sulla pompa deve corrispondere esattamente ai litri erogati nel contenitore graduato.

In esempio chiarificatore, quando Voi stessi oppure l’ufficiale preposto al controllo richiesto, chiede di attivare la pompa per prelevare, poniamo 10 litri di benzina. L’addetto al distributore attiva la pompa prescelta impostando sul sistema la unita’ di misura 10 ”litri”….e non vi e’ dubbio alcuno che il volume erogato risultera’ essere effettivamente di 10 litri.

Veniamo ora al “bello”, sembrerebbe infatti il sistema elettronico che governa la attivazione della erogazione alle pompe, possa essere programmato a monte e solamente per quanto riguarda l’impostazione della unita’ di misura “euro”, in modo che la pompa eroghi esattamente la quantita’ di euro richiesta, ma all’origine della programmazione, la corrispondenza di ogni singolo euro rispetto al prezzo attuale per litro del carburante, possa essere stabilito in modo che la unita’ “litro” possa in effetti essere stabilita in 900 cc. o addirittura meno. Questo ripetiamo, qualora corrispondesse a verita’, avverrebbe solo ed esclusivamente impostando la attivazione alla pompa, sulla scelta dell’unita’ di misura “euro” e non nella scelta di unita’ di misura “litri”

In riassunto, fintanto che non avremo appurato personalmente la effettiva veridicita’ di quanto segnalatoci, consiglieremmo a titolo di prevenzione a tutti gli amici lupacchiotti, che ogni volta si rechino al distributore di benzina per il rifornimento, sarebbe forse opportuno chiedere la quantita’ di 10, 20 ,50 litri… e non euro! .......................Il vostro ….Lupogrigio

domenica 29 novembre 2009












...Credo possa essere molto, ma moooolto interessante, magari in piu' occasioni dato l'enorme contenuto di informazioni, visitare con molta attenzione la pagina web di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, ucciso da un attentato mafioso (??) nel lontano 1992. http://www.19luglio1992.com/ ...Ritengo che si possa trovare nelle pubblicazioni messe in rete da questo sito, tutto o almeno moltissimo di quanto i nostri "media ufficiali" e piu' accreditati, ci hanno da sempre ben nascosto. Leggendo con attenzione anche tra i "memoriali" pubblicati, troverete certamente di che stupirvi. ... clicca su: http://www.19luglio1992.com/

sabato 28 novembre 2009

Il pericolo biodegradabile dei fessi.

Tratto dal blog di Paolo Barnard: www.paolobarnard.info

Dov’è l’attentato alla democrazia in Italia? Dove? Qualcuno me lo spiega? L’assioma del partito Antonio Di Pietro-editoriale l’Espresso è che l’operato di Silvio Berlusconi lo sia. Ma come può essere un attentato alla democrazia qualcosa che nell’arco di una singola legislatura può essere cancellato dalla Storia del Paese? Basta cambiare governo, avere una maggioranza discreta in parlamento, e sostanzialmente non c’è atto dell’odiato Cavaliere che non possa essere consegnato ai brutti ricordi. Come può essere un “pericolo per la democrazia” qualcosa che la democrazia può curare in pochi mesi?

Gli attentati, quelli veri, non si cancellano. Provate a resuscitare i torturati a morte di Pinochet, o a far risorgere le Torri Gemelle con le sue 3000 vite.

Provate a cancellare il vero attentato alla democrazia italiana e di tutto il mondo che ho divulgato inIl Trattato di Lisbona’, ‘Ecco come morimmo’ e ‘Questo è il Potere’. Provate a fermare la privatizzazione dell’acqua – che è come se ci privatizzassero i globuli bianchi, poiché in assenza sia della prima che dei secondi il corpo umano semplicemente muore – quando passerà l’accordo GATS in sede Organizzazione Mondiale del Commercio, che ammanetta qualsiasi governo al mondo. Provate a reclamare contro una legge sovranazionale vincolante promulgata dalla Commissione Europea che nessun cittadino elegge (e come la cambi?), ma che è oggi il nostro vero governo, e che risponde solo alle lobby che ho descritto. Provate a bloccare la mano di un Sovereign Fund straniero che decida di sfilare dalla nostra economia una ventina di miliardi di euro in un attimo, fermando nella polvere aziende, posti di lavoro, il futuro di esseri umani come me e voi. Provate a resuscitare 34 anni di morte della democrazia partecipativa decisi dalla Commissione Trilaterale in privato.

E allora, di cosa si va blaterando su una marea di blog, video, serate coi ‘paladini’, e dirette Tv del giovedì? Attentato a che? Alla nostra intelligenza… ecco, quello sì.

Se Silvio Berlusconi attacca la democrazia, è però biodegradabile dalla democrazia. Il vero Potere no. Quello no!

Non possiamo continuare a essere dei fessi che sbraitano contro gli spaventapasseri per pompare a dismisura i conti in banca e gli ego di Grillo, Travaglio, Di Pietro e soci. Ma vi volete svegliare? [Paolo Barnard]

venerdì 27 novembre 2009

IL VIRUS DELL'INFLUENZA SUINA È SFUGGITO AI CONTROLLI DI LABORATORIO






....Ritorniamo oggi sul tema "Pandemia" gia' ampiamente trattato in vari post dello scorso mese. Sembrerebbe proprio che di volta in volta, giungano sempre piu' conferme sull'aspetto "inquietante" dell'origine del virus......e sopratutto dei suoi fini!!!.......................vostro Lupogrigio

DI SIMEON BENNETT
bloomberg.com

Adrian Gibbs, il virologo che nello scorso Maggio aveva detto che il virus dell'influenza suina poteva essere sfuggito al controllo di un laboratorio, ha pubblicato oggi le sue scoperte, riaprendo la discussione sulle origini del virus pandemico.

Il nuovo ceppo dell'
H1N1 , che è stato scoperto in Messico e negli Stati Uniti in Aprile, potrebbe essere il prodotto di ceppi provenienti da tre continenti che sarebbero stati geneticamente modificati in laboratorio o in un impianto di produzione dei vaccini, così hanno scritto Gibbs e altri scienziati australiani suoi collaboratori sul Virology Journal. Gli autori hanno analizzato la composizione genetica dei virus e hanno trovato che le sue origini potrebbero essere spiegate molto più semplicemente da un coinvolgimento umano che da una coincidenza naturale.

Il loro studio, pubblicato su un giornale gratuito online, è stato revisionato da altri scienziati e segue il dibattito tra ricercatori apertosi sei mesi fa, quando Gibbs stesso chiese all'Organizzazione Mondiale della Sanità di considerare queste ipotesi. Dopo aver esaminato il primo articolo di Gibbs di tre pagine, l'OMS e altre organizzazioni avevano concluso che il ceppo pandemico era un virus di
origini naturali e non un prodotto di laboratorio.

"È importante che venga identificata l'origine del nuovo virus se vogliamo impedire future pandemie piuttosto che limitarci a minimizzare le conseguenze una volta che sono apparse", dicono Gibbs e i colleghi John Armstrong e Jean Downie nel loro lavoro odierno di
otto pagine.

Gibbs e Armstrong sono professori emeriti presso l'Università
Nazionale Australiana a Canberra e Downie è affiliato presso il Centro di Malatte Infettive e i Laboratori di Microbiologia del Westmead Hospital di Sydney, in base all'articolo.

Sebbene l'esatta origine del nuovo ceppo dell'H1N1 sia ancora un mistero, la loro ricerca ha "sollevato molte nuove domande", dicono. Gli autori hanno confrontato le mappe genetiche dei ceppi di virus dell'influenza contenuti nell'archivio pubblico Genbank e hanno scoperto che i progenitori più vicini al virus pandemico sono diffusi tra i suini.

'La spiegazione più semplice'

Mentre gli uccelli migratori possono aver agito come canale per la confluenza dei virus, il coinvolgimento umano nel farli combinare insieme è "al momento la spiegazione più semplice", ha detto oggi Gibbs in un'intervista telefonica.

Gibbs ha scritto o collaborato alla stesura di più di 250 pubblicazioni scientifiche sui virus, principalmente riguardanti il mondo vegetale, durante i suoi 39 anni di carriera all'Università Nazionale Australiana, secondo quanto scritto nelle informazioni biografiche sul sito web dell'Università.

"Conoscendo Adrian Gibbs, deve averci riflettuto in modo piuttosto razionale e deve essere arrivato a quella conclusione", ha detto in un'intervista telefonica
Lance Jennings, un virologo clinico dei Laboratori Sanitari di Canterbury a Christchurch, in Nuova Zelanda. "Ora è compito di qualcun altro provare a confermarlo o confutarlo".

Simeon Bennett (sbennett9@bloomberg.net)
Fonte: www.bloomberg.com
Link: http://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601124&sid=ajw2AS.d1wK8
24.11.2009

giovedì 26 novembre 2009

...Ci hanno rubato anche l'acqua!!..


Tratto da www.disinformazione.it Mercoledì 4 novembre scorso, dopo solo due giorni di discussione, è stato approvato il decreto-legge 25 settembre 2009, nr.135: “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 223. Il voto in Senato è la conclusione di un iter parlamentare che dura da 2 anni, infatti il governo Berlusconi, con l’articolo 23 bis della legge 133/2008, aveva provveduto a regolamentare la gestione del servizio idrico integrato che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società, mediante il rinvio a gara, entro il 31 dicembre 2010.[1]

Quella legge è stata approvata il 6 agosto 2008, mentre l’Italia era casualmente in vacanza!
Un anno dopo, precisamente il 9 settembre 2009, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge (l’accordo Fitto- Calderoli), il cui articolo 15, modificando l’articolo 23 bis, muove passi ancora più decisivi verso la privatizzazione dei servizi idrici.
[2] Il Pd, che è sempre stato piuttosto favorevole alla privatizzazione dell’acqua, ha proposto nella persona del senatore Bubbico, un emendamento compromesso: l’acqua potrebbe essere gestita dai privati, ma la proprietà resterebbe pubblica…[3]

Tale vergognoso decreto, passato con la fiducia ieri, da effettivamente il via libera alla privatizzazione dei servizi pubblici locali.
”Leggendo (neanche troppo attentamente) la “causale” del ddl, ci si accorge di essere di fronte all’ennesima “rapina di Stato” che, sotto il vessillo della “privatizzazione forzata” imposta dalla Ue, in realtà nasconde un bisogno di energie economiche per far quadrare i debiti con l’Europa”.
[4]
“Le disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari... si traducono in bisogno di denaro per il governo italiano. Nessun diktat europeo impone la privatizzazione dell’acqua, anzi...”
”Risoluzione europea 11 marzo 2004, “
Strategia per il mercato interno, priorità 2003- 2006 , al paragrafo 5 cita: “Essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.[5]

Le stesse norme verranno ribadite nel IV° forum mondiale sull’acqua nella Risoluzione europea 15 marzo 2006, che al paragrafo 1 dichiara: “l’acqua è un bene comune dell’umanità e come tale l’accesso all’acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana; chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015 .

L’emendamento che prevede l’affidamento della gestione dei servizi idrici locali ai privati, è il 15.504 e vede la firma del senatore piddino Bubbico.
Malgrado Bubbico in Senato abbia osannato il successo del Pd nella firma del ddl, sostenendo: “Grazie a un emendamento del Pd è stata scongiurata la privatizzazione dell’acqua, bene indispensabile, di primaria importanza per tutti i cittadini”, leggendo lo stesso emendamento si scopre la “truffa”. “
Tutte le forme di affidamento della gestione del servizio idrico integrato[...] devono avvenire nel rispetto dei principi di autonomia gestionale del soggetto gestore e di piena ed esclusiva proprietà pubblica delle risorse idriche, il cui governo spetta esclusivamente alle istituzioni pubbliche [...]”.

Che in soldoni vuol dire: servizio autonomo affidato ai privati e proprietà pubblica della risorsa, ossia l'acqua. L'emendamento 15.504, un provvedimento quindi di privatizzazione dei servizi pubblici, avallato dal Pd, è stato respinto solo dall'Italia dei Valori e da tre senatori del Partito democratico (Marinaro, Zanda e Nerozzi), voti favorevoli di Udc, Pdl, Lega Nord e Pd, in questa "originale coalizione istituzionale" fautrice del nuovo principio: l'acqua un bene privato del mercato.
I partiti hanno criminalmente reso l’acqua un bene privato!

Come vedete, gli avvoltoi, indipendentemente dal colore partitico, rimangono sempre e solo degli avvoltoi, stipendiati, in questo caso, direttamente dalla lobbies delle bollicine.
Il mercato dell’acqua in Italia è un mercato molto interessante, per via degli 11 miliardi di litri di acqua minerale bevuti ogni anno. Stiamo parlando di circa 5 miliardi di euro di fatturato per i soliti noti.

Con simili numeri è possibile corrompere e/o
convincere chiunque.
Il rapporto dei prezzi tra acqua minerale in bottiglia e “
l’acqua del sindaco” (da ieri non più del primo cittadino, ma dei privati) ha dell’incredibile: un litro di acqua minerale costa mediamente 0,35 - 0,40 euro, contro 0,001 euro dell'acqua del rubinetto.

La grande truffa dell’acqua in bottiglia
(tratto da www.trekking.it/it/articoli/La-grande-truffa-dell'acqua-minerale_2503.html )

Fino a qualche anno fa, le “acque minerali” dovevano comunque sgorgare da fonti certificate, monitorate, e con caratteristiche dell’acqua almeno particolari rispetto alla semplice acqua potabile.
Poco importa se, anche in questo caso, si potrebbe configurare quantomeno l’appropriazione discutibile, ancorchè tollerata dalle normative, di un bene che appartiene a tutti i cittadini, poichè le acque sotterranee fanno parte del demanio pubblico.

Le aziende private che sfruttano le falde acquifere potabili, infatti, pagano alla collettività un irrisorio “canone di coltivazione”, a fronte della concessione, spesso permanente, di un bene pubblico. In pratica, gli amministratori che dovrebbero gestire, e non svendere il patrimonio collettivo, lo hanno invece“regalato” alla speculazione delle multinazionali.
Se nella legislazione italiana “
il quadro normativo stabilisce che le risorse idrominerali sono un bene pubblico, fanno parte del patrimonio indisponibile delle regioni e il loro uso deve essere improntato all'interesse pubblico”, non si capisce come sia possibile che in calce alle concessioni “regalate” ad alcuni famosi marchi di acqua minerale figuri la scritta “perpetua”: significa che alcune multinazionali accumulano miliardi vendendo l'acqua di tutti, per sempre, come la San Pellegrino (Nestlé), che fino al 2002 pagava 5 milioni e 270 mila lire all'anno per la concessione; in rapporto, quasi stupiscono i 33 milioni e 464.500 lire (sempre dati 2002) sborsati per imbottigliare la Levissima (ancora Nestlé).

Sempre Nestlè (che vende nel mondo 19 miliardi di litri d’acqua), ha in concessione lo sfruttamento delle fonti di Pejo, in Trentino, da cui estrae e imbottiglia 110 milioni di litri/anno (con un ricavo di circa 35 milioni di euro/anno), e attualmente paga al Comune di Pejo una tassa di concessione di 30.000 euro l’anno.
Oggi, almeno sulla carta, le aziende che sfruttano l’acqua sono soggette a una minima tassa di 0,0005 euro al litro, ma solo sul prodotto imbottigliato; tanto per fare un esempio, in Lombardia (la regione più ricca di fonti e sorgenti) vengono imbottigliati 3 miliardi di litri d’acqua, ma altri 7 miliardi vengono sprecati nelle fasi di lavorazione.

La truffa, però, è ben altra, e sconvolgente: oggi, spesso, nelle bottiglie di plastica in vendita sugli scaffali dei supermercati, o sui tavoli di pizzerie e ristoranti, si trova “acqua microfiltrata”, pagata a prezzo dell’acqua minerale, ma altro non è che acqua del rubinetto, la stessa che esce da quelli delle nostre case, messa in bottiglia e ricostituita con l'aggiunta di anidride carbonica e sali minerali.
Nel mondo, l'azienda leader nella vendita di “acqua del rubinetto” è
la Coca Cola , che la imbottiglia soprattutto per i paesi del terzo mondo, privati dell'acqua come bene comune.

Con risvolti curiosi, se non fossero tragici: l'acqua Dasani (Coca-Cola), prelevata dall’acquedotto pubblico della contea di Kent e commercializzata in Gran Bretagna, con un aumento del prezzo di 3.166 volte rispetto al costo di origine, è stata ritirata dal mercato perchè, nonostante uscisse pura dal rubinetto, come certificato da numerose perizie, una volta imbottigliata diventava potenzialmente pericolosa perchè addizionata con una elevata percentuale di bromato, nota sostanza cancerogena. ...Anche noi lupi buoni, stiamo iniziando ad incazzarci!!!...........Lpg

mercoledì 25 novembre 2009

Il mio mascalzone è più pulito del tuo




















Proponiamo oggi un "pezzo forte"...infatti cliccando il prossimo "link", potrete accedere al giornale EFFEDIEFFE.COM , che pubblica un articolo davvero esplosivo, di fatto il direttore porta alla nostra attenzione, non pochi dei "panni sporchi" (e sopratutto anche i nomi di chi li ha sporcati!) ...che da molti, troppi anni condizionano pesantemente in negativo, la vita (la nostra) in questa societa' pseudodemocratica.
Clicca su:
EFFEDIEFFE.com Giornale Online | Direttore Maurizio Blondet - Il mio mascalzone è più pulito del tuo

....buona lettura..................vostro Lpg

lunedì 23 novembre 2009

Benvenuti nella zombie economy













Oggi proponiamo questo link relativo ad un articolo pubblicato su effedieffe.com . ....fonte di informazione sulla quale (purtroppo in questo caso) credo non vi si possano riscontrare dubbi sulla consueta attendibilita'.......penso avremo presto.....tempo da lupi !! ...................vostro Lupogrigio

Cliccare qui' :
http://www.effedieffe.com/content/view/8910/179/

domenica 22 novembre 2009

Il crack fra bugie e disinformazione
















Ehhh si....lupacchiotti miei, credo anche io che i pochi avanzi di selvaggina che abbiamo nascosto sotto la neve, siano a rischio!.... le jene fameliche ormai imperversano per la foresta. ....guardatevi le spalle................Lpg.

sabato 21 novembre 2009

La GUERRA DEI POVERI


Oggi proponiamo anche una attenta e lucida analisi prospettiva di M.Blondet, sui prossimi anni che verranno vissuti all'interno della nostra societa' pseudodemocratica Italiota.
...... Citazione lupesca...."le previsioni sono spesso difficili, specie quelle riguardanti il futuro"...........il vostro Lupogrigio
clicca su: http://falsoblondet.blogspot.com/2009/11/le-olimpiadi-del-2020.html

IL GRUPPO BILDERBERG ci ha scelto il capo U.E.


EFFEDIEFFE.com Giornale Online | Direttore Maurizio Blondet - Bilderberg ci ha scelto il capo UE

giovedì 19 novembre 2009

Non ci rimane che l'acqua (per il momento!)

Riflessione lupesca odierna, ... elaborata in seguito al fatto che per poter abbeverarmi assieme ai mio branco alla solita sorgente, oggi un tizio dalle sembianze umane, mi ha richiesto in pagamento un coniglio appena catturato con fatica, adducendo il fatto che la sorgente nel bosco, ora era "privata".

Qualcuno dei nostri commedianti migliori e piu’ esercitati, (leggi, i media piu’ accreditati!).. ha gia’iniziato a stracciarsi le vesti (quelle di scena)… in merito alla notizia che si sta’ dando corso alla privatizzazione del settore “Acque Pubbliche”, atto immorale, bastardo e piratesco, su cui anche noi “lupi selvaggi” concordiamo ampiamente che sia da condannare. Il fatto che piu’ci meraviglia e infastidisce, e’ che tutti, ripeto tutti i partiti italiani ed europei, hanno ratificato il TRATTATO DI LISBONA, che tra le altre cose, non certo tutte positive, (per noi!)...... prevede la privatizzazione di tutti gli enti pubblici. Hanno svenduto quel poco che rimaneva ancora pubblico alle lobby economiche che governano il mondo, .... e tutti i nostri politici, tutti i nostri media “ufficiali”, il vaticano per mezzo del Papa (che per altre cose molto meno importanti, non manca di mai di esprimere il suo condizionante parere),.. tutti, fanno finta di niente ..... rimbalzando le responsabilità sulle coalizioni di governo del momento,..che non contano assolutamente nulla in queste decisioni,…. le vecchie privatizzazioni all'acqua di rose fatte dall'Italia sino ad ora, sono finite! ..........Il controllo globale (NWO) e’ ora molto piu’ vicino e i “poteri forti “ che fanno capo al “gruppo Bidelberg” …impartiranno, ancora piu’ facilmente ai nostri governi, le direttive, sempre piu’ vessatorie, da imporci.

Uuuuuhhhhhhh....Eh gia', come dicevano in altri tempi i nostri antenati lupi...."mala tempora currunt"....amici miei!


martedì 17 novembre 2009

Se persino Travaglio difende il crocifisso

Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. [...] Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parolaambigua, accomodante, politichese, paracula. E’, da duemila anni, uno scandalo sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (”date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (”Padre perdona loro perché non sanno quello che che fanno”)“. Parole e musica proprio di Marco Travaglio, che oggi sul Fatto Quotidiano difende in prima pagina il crocifisso. In primo luogo da Berlusconi (”un massone puttaniere non può difenderlo”), la Gelmini, e i leghisti. E poi anche dalla sentenza dellaCorte Europea. Alla quale il giornalista regala una lezione di storia che levati: furono quei pagani dei nazisti a fare per primi la guerra al crocifisso, come ha ricordato Socci, ci informa Travaglio. E poi, dice la Ginzburg, ebrea e atea, che il crocifisso non genera nessuna discriminazione e tace, sempre secondo Marco.

I segni e i simboli, si sa, sono lì per essere interpretati. Inutile ricordare che, storicamente parlando (visto che il giornalista la butta lì), qualche dubbio sul come sia andata davvero (e se sia accaduta davvero) la storia duemila anni fa c’è. E non si capisce proprio perché uno come Travaglio debba dare per vera e valida a priori la versione degli interessati cristiani, mentre in altre occasioni giustamente dubita delle versioni degli interessati avvocati di Previti e Dell’Utri. E’ inutile anche ricordare che di esempi di umanità, sofferenza, speranza e laicità nella storia ce ne sono stati, sia precedenti a Cristo (Socrate, per dirne uno), che successivi, senza che qualcuno si sia mai sognato di metterli nell’arredo scolastico obbligatorio con provvedimento del ministero dell’istruzione e a carico di tutti i cittadini, cattolici, musulmani, buddhisti, induisti o atei che siano.

Meglio allora, grazie a Malvino, andarsi a leggere le parole del professor Michele Ainis. Che prima di tutto ricorda a Travaglio e a Socci che se fu una dittatura totalitaria a fare la guerra al crocifisso (il nazismo), fu un’altra dittatura totalitaria (il fascismo) a prendere la decisione di imporlo nelle scuole italiane (uno a uno, palla al centro). E poi spiega che di bipartizan quel simbolo ha ben poco.“Primo: il crocifisso è un simbolo religioso, non politico o sportivo. Secondo: questo simbolo identifica una precisa religione, una soltanto. Terzo: dunque la sua esposizione obbligatoria nelle scuole fa violenza a chi coltiva una diversa fede, o altrimenti a chi non ne ha nessuna. Quarto: la supremazia di una confessione religiosa sulle altre offende a propria volta la libertà di religione, nonché il principio di laicità delle istituzioni pubbliche che ne rappresenta il più immediato corollario. Significa che fin qui ci siamo messi sotto i tacchi una libertà fondamentale, quella conservata per l’appunto nell’art. 9 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo? Non sarebbe, purtroppo, il primo caso. Ma si può subito osservare che nessuna legge della Repubblica italiana impone il crocifisso nelle scuole. Né, d’altronde, nei tribunali, negli ospedali, nei seggi elettorali, nei vari uffici pubblici. Quest’obbligo si conserva viceversa in regolamenti e circolari risalenti agli Anni Venti, quando l’Italia vestiva la camicia nera. Fu introdotto insomma dal Regime, ed è sopravvissuto al crollo del Regime. Non è, neppure questo, un caso solitario: basta pensare ai reati di vilipendio, agli ordini professionali, alle molte scorie normative del fascismo che impreziosiscono tutt’oggi il nostro ordinamento. Ma quantomeno in relazione al crocifisso, la scelta normativa del Regime deve considerarsi in sintonia con la Costituzione all’epoca vigente. E infatti lo Statuto albertino, fin dal suo primo articolo, dichiarava che «la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione dello Stato». Da qui figli e figliastri, come sempre succede quando lo Stato indossa una tonaca in luogo degli abiti civili. Ma adesso no, non è più questa la nostra divisa collettiva. L’art. 8 della Carta stabilisce l’eguale libertà delle confessioni religiose, e stabilisce dunque la laicità del nostro Stato. Curioso che debba ricordarcelo un giudice straniero. Domanda: ma l’art. 7 non cita a sua volta il Concordato? Certo, e infatti la Chiesa ha diritto a un’intesa normativa con lo Stato italiano, a differenza di altre religioni (come quella musulmana) che ancora ne risultano sprovviste. Però senza privilegi, neanche in nome del seguito maggioritario del cattolicesimo. D’altronde il principio di maggioranza vale in politica, non negli affari religiosi. E d’altronde la stessa Chiesa venne fondata da Cristo alla presenza di non più di 12 discepoli. Se una religione è forte, se ha fede nella sua capacità di suscitare fede, non ha bisogno di speciali protezioni“. Amen.

lunedì 16 novembre 2009

La geopolitica dietro la guerra fasulla degli Stati Uniti in Afghanistan

...clicca qui per leggere il post:

Consumi a tutti i costi

di Andrea Bertaglio - 16/11/2009

Fonte: Terranauta [scheda fonte]crisi consumi economia

La crisi dei consumi si fa sentire in tutti i settori del commercio e dell’industria. Tutti gli investimenti sono bloccati. Le banche non si fidano le une delle altre. Quante volte abbiamo letto o sentito queste frasi negli ultimi mesi? Un’infinità. E quante volte, allo stesso tempo, abbiamo sentito la parola “ottimismo”?

Natale sembra già alle porte. Da qui si denota l’apice raggiunto dalla schizofrenia della società dei consumi. Ben lungi dall’iniziare una manfrina sui veri valori natalizi, si vuole qui riflettere una volta di più sul fatto che non si può basare la propria vita sui consumi, e neppure l’economia sulla (continua) ripresa degli stessi.

Ha ragione Berlusconi quando consiglia di spendere, perché non c’é niente di peggio della crescita negativa (!) in un sistema basato sulla crescita illimitata del PIL. Hanno ragione Codacons e Confesercenti quando propongono di anticipare i saldi al 15 dicembre, in un Paese in cui da sessant’anni uno dei principali scopi é quello di imitare Gran Bretagna e Stati Uniti (punte di lancia del turbo-capitalismo/liberismo e dell’iper-consumismo, nei quali in molti casi i saldi per Natale iniziano già a fine novembre). Ha ragione il 93% degli italiani (stando a quanto afferma ancora Codacons) quando richiedono a gran voce i suddetti saldi anticipati, se viviamo in un sistema che non permette quasi più a nessuno di rinunciare all’acquisto, consumo e smaltimento in tempi sempre più brevi di ogni tipo di bene e di servizio.

Ma hanno mai pensato Berlusconi, Codacons o la marea di persone convinte che tutto possa funzionare così com’é a ciò che succederà dopo che ci si sarà riversati a fare acquisti nelle prossime settimane, per amore della ripresa dei consumi del nuovo anno? Non succederà niente. Questo é il punto. Starsene qualche ora in coda fra i parcheggi e le casse dei centri commerciali, oltre che intasare strade prima e discariche poi, può dare l’illusione ancora per qualche tempo di un (certo) benessere diffuso, può addirittura far salire il PIL di una frazione di punto percentuale, ma non risolve il problema.

Se tutti ci mettiamo nell’arco dei prossimi giorni a comperare scarpe, vestiti, televisori al plasma o l’ennesimo telefono cellulare, come glielo diciamo a politici ed economisti che fra un mese o due saremo ancora al punto di partenza, e che nemmeno il miglior S. Valentino coi migliori gadget potrà evitarlo? Come possiamo far capire a chi pensa che la soluzione ai nostri problemi (economici piuttosto che esistenziali) sia solo quella di spendere e consumare, che questa è invece l’origine di tutti i nostri guai?

lavoro sconti economia consumi
È necessario cambiare rotta nel nostro approccio con la vita, col lavoro, col “consumo”, con gli altri e soprattutto con noi stessi

Non possiamo comprare un televisore al mese, nemmeno se lo volessimo. Soprattutto in un momento come questo. Ditelo pure al nostro illuminato premier o al Codacons. Perché assistere alla svendita di questo tipo di sistema (iniziata già da tempo dai creativi della finanza, oltre che dai soliti politici) è l’unica cosa che ci è concessa di fare. A meno che non ci decidiamo con tutta la forza, la fatica e la pazienza necessarie, a cambiare rotta. Cambiare rotta nel nostro approccio con la vita, col lavoro, col “consumo”, con gli altri e soprattutto con noi stessi.

Unire ciò che di buono c’era una volta a ciò che di buono riesce a offrire il presente.Dimenticarci una volta per tutte della ormai inutile distinzione fra destra e sinistra, liberandoci dalle ideologie morte e sepolte dalla storia e dagli eventi, e da tutti gli schemi mentali che queste ci impongono. Essere positivi, più che ottimisti, e cercare di “contagiare” chi ci sta attorno, possibilmente evitando inutili e fastidiose prediche a chi ancora non vuole o non riesce a capire. Mettercela tutta per essere davvero il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

Per farlo abbiamo bisogno di tutti i mezzi a nostra disposizione, ossia quelli proposti dalla Decrescita Felice e, ancor più, dalla nostra intelligenza.

L'agenda rossa a Londra

L'agenda rossa a Londra

domenica 15 novembre 2009

GENESI: VERSIONE RIVISITATA




DI GUSTAVO DUCH GUILLOT
La Jornada

Al principio il capitalismo creò il suo dio. Un idolo da temere, e lo chiamò, in maniera egocentrica, il Capitale. Un dio maschile che si trova in tutte le cose e in tutti i luoghi, al di sopra di tutte le cose e di tutti i luoghi. Si propagò a dorso del colonialismo economico e del principio del pensiero unico. E si fece sera e albeggiò: primo giorno.

Disse il Capitale: “La terra è caos, confusione e oscurità. Che si faccia una Dottrina.” E fondò l’Economia che ordinò il mondo. E tutto andava bene. “Che si faccia una legione di predicatori economisti della buona novella, una Chiesa responsabile del culto della Dottrina”. E così fu. Germogliarono le istituzioni della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che applicano le proprie Leggi. E il Capitale disse che sarebbero state infallibili, ma non molto sicuro di sé – un dio minore debole – partorì gli Ordini Professionali. E si fece sera e albeggiò: secondo giorno.

E disse il Capitale: “Che si facciano i figli a nostra immagine, a nostra somiglianza”. E il Capitale creò, dopo, le Multinazionali a sua immagine per arricchirsi a loro nome. E si fece sera e albeggiò: terzo giorno.

Disse il Capitale alle sue figlie Multinazionali: “Siate feconde, efficienti, redditizie e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela: mandate i pesci del mare e gli uccelli del cielo e ogni creatura che striscia o cammina, sulla terra.” E così fu. I fiumi, le mangrovie, i mari, la terra, gli animali, gli esseri umani, il paesaggio, l’aria, tutto è soggetto a transazione, tutto è nel novero delle distruzioni. E si fece sera e albeggiò: quarto giorno.

Disse il Capitale: “Che si abbiano categorie di persone”. E il Capitale dispose lo sfruttamento di alcuni esseri umani: la maggior parte. Si originarono categorie in soprannumero di donne, di indigeni, di neri e nere, di bambini e bambine…E il Capitale disse: “Gli inutili non hanno diritti, neppure pensano o se pensano, sbagliano. La loro funzione è lavorare per produrre più beni (merci, vorrebbe dire in realtà) e più servizi che si possono comprare e vendere, che generano ricchezza: la linfa che alimenta il capitalismo”. E così fu. Sono le serve domestiche, le mani del cotone, le unghie della gomma, le spalle usate per trasportare oro, diamanti e coltan. La giornata di 16 ore, i contratti a tempo e una lunga serie di meccanismi eufemistici della schiavitù. E si fece sera e albeggiò: quinto giorno.

Il Capitale dissimulò e disse: “ Che piova la democrazia.” E sbagliò a metà. Piovve su alcuni paesi e su altri no. Ma in nessuno la si esercita. Si mostra in vetrina e resta inutilizzata quasi senza essere inaugurata. Si usa, in alcune occasioni e più bene che male, nella politica; ma il Capitale non inviò le istruzioni per usarla in economia, nella cultura, nelle relazioni tra uomini e donne, nell’ alimentazione…...

E si fece sera e albeggiò: sesto giorno.

Il Capitale vide quanto aveva fatto, e tutto era perfetto. E da allora, dal settimo giorno, l’ottavo giorno, il nono giorno e così via fino alla fine dei tempi, il Capitale e i suoi seguaci riposano.

Gustavo Duch Guillot è l’ex direttore di Veterinari senza Frontiere, collaboratore della Universidad Rural Paulo Freire.

Titolo originale: "Génesis: versión revisada"

Fonte: http://www.jornada.unam.mx/