domenica 31 gennaio 2010

I PECCATI DI HAITI

31 gennaio 2010


Di Eduardo Galeano

La democrazia haitiana è nata da poco. Nel suo breve tempo di vita, questa creatura famelica e malata non ha ricevuto altro che schiaffi. Era appena nata, nei giorni di festa del 1991, quando è stata assassinata dalla ribellione militare del generale Raoul Cedras. Tre anni più tardi, è resuscitata. Dopo aver messo e tolto tanti dittatori militari, gli USA rimossero e riposero Il presidente Jean-Bertrand AristIde, che era stato il primo governante scelto per voto popolare in tutta la storia di Haiti e che aveva avuto la pazza idea di volere un paese meno ingiusto.


Il voto ed il veto.
Per cancellare le impronte della partecipazione statunitense nella dittatura da macello del generale Cedras, gli lattanti della marina si sono portati via 160 mila pagine degli archivi segreti. Aristide ritornò incatenato. Gli diedero il permesso di riprendere il governo, ma gli proibirono il potere. Il suo successore, Renè Preval, ottenne quasi il 90% dei voti, ma più potere di Preval ce l’ha qualsiasi prepotente di quarta categoria del FMI o della Banca Mondiale, anche se il popolo haitiano non lo abbia scelto neanche con un voto.
Più che il voto, può il veto. Veto alle riforme: ogni volta che Preval, o qualcuno dei suoi ministri, richiede prestiti internazionali per dare pane ai famelici, scuole agli analfabeti o terre ai contadini, non riceve risposta, o gli rispondono ordinando:
-Ripeta la lezione: E siccome il governo haitiano non finisce d’imparare che bisogna smantellare i pochi servizi pubblici che rimangono, ultimi poveri ripari per uno dei popoli più svantaggiati del mondo, i professori danno per perso l’esame.
L’alibi demografico.
Alla fine dell’anno scorso, quattro deputati tedeschi hanno visitato Haiti. Non appena arrivarono, la miseria del popolo ha colpito i loro occhi. Allora, l’ambasciatore della Germani spiegò, a Port au Prince, quale era il problema:
-questo è un paese sovrappopolato- ha detto. La donna haitiana vuole sempre, e l’uomo haitiano può sempre. E si mise a ridere. I deputati rimasero in silenzio. Quella notte, uno di loro, Winfried Wolf, consultò le cifre. E verificò che Haiti è, insieme a El Salvador, il paese più sovrappopolato delle Americhe, ma è tanto sovrappopolato quanto la Germania: ha quasi la stessa quantità di abitanti per km quadrato.
Nei suoi giorni ad Haiti, il deputato Wolf non solo fu colpito dalla miseria: fu anche abbagliato dalla capacità di bellezza dei pittori popolari. E arrivò alla conclusione che Haiti è super popolato…..da artisti.
In realtà, l’alibi demografico è più o meno recente. Fino a qualche anno fa, le potenze occidentali parlavano più chiaramente.
La tradizione razzista.
Gli Stati Uniti invasero Haiti nel 1915 e governarono fino al 1934. Si ritirarono quando riuscirono nei loro due obiettivi: farsi pagare i debiti della City Bank e abrogare l’articolo costituzionale che vietava di vendere piantagioni agli stranieri. Allora Robert Lansing, segretario di Stato, giustificò la lunga e feroce occupazione militare spiegando che la razza nera era incapace di governarsi da sola, che ha “una tendenza inerente alla vita selvaggia e un’incapacità fisica di civiltà”. Uno dei responsabili dell’invasione, William Philips, aveva incubato tempo prima la sagace idea: “Questo è un popolo inferiore, incapace di conservare la civiltà che avevano lasciato i francesi”.
Haiti era stata la perla della corona, la colonia più ricca della Francia: una grande piantagione di zucchero, con il lavoro degli schiavi. Nello Spirito delle leggi, Montesquieu lo aveva spiegato senza peli sulla lingua: Lo zucchero sarebbe troppo caro se non lavorassero gli schiavi per la sua produzione. Tali schiavi sono neri dai piedi alla testa ed hanno il naso così schiacciato che è quasi impossibile sentire pena. Risulta impensabile che Dio, che è un essere molto saggio, abbia messo un’anima, e principalmente un’anima buona, in un corpo interamente nero”.
Invece, Dio aveva messo una frusta nelle mani del caporale. Gli schiavi non si distinguevano per la loro volontà di lavoro. I neri erano schiavi per natura e lazzaroni anche per natura, e la natura, complice dell’ordine sociale, era opera di Dio: lo schiavo doveva servire il padrone ed il padrone doveva castigare lo schiavo, che non mostrava il minimo entusiasmo al momento di compiere il disegno divino. Karl von Linneo, contemporaneo di Montesquieu, aveva dipinto il nero con precisione scientifica: “Vagabondo, ozioso, negligente, indolente e di abitudini dissolute”. Più generosamente, un altro contemporaneo, David Hume, aveva verificato che il nero “può sviluppare alcune abilità umane, come il pappagallo che dice qualche parola”.
L’imperdonabile umiliazione.
Nel 1903 i neri di Haiti diedero una buona lezione all’esercito di Napoleone Bonaparte, e l' Europa mai perdonò questa umiliazione inflitta alla razza bianca. Haiti è stato il primo paese libero delle Americhe. Gli Stati Uniti avevano conquistato prima l'indipendenza, ma aveva mezzo milione di schiavi impiegati nelle piantagioni di cotone e tabacco. Jefferson, che era proprietario degli schiavi, diceva che tutti gli uomini erano uguali, ma diceva anche che i neri sono stati, sono e saranno inferiori.
La bandiera dei liberi si innalzò sulle rovine. La terra haitiana era stata devastata dalle mono coltivazioni dello zucchero e dalle calamità della guerra contro la Francia, ed una terza parte della popolazione era morta durante il combattimento. Allora cominciò il blocco. La nazione, appena nata, fu condannata alla solitudine. Nessuno comprava, nessuno vendeva, nessuno la riconosceva.
Il delitto della dignità.
Neanche Simon Bolivar, che così valoroso ha saputo essere, ha avuto il coraggio di firmare il riconoscimento diplomatico del paese nero. Bolivar aveva potuto iniziare di nuovo la sua lotta per l’indipendenza americana, quando ormai la Spagna lo aveva vinto, grazie al sostegno di Haiti. Il governo haitiano gli aveva consegnato sette navi e molte armi e soldati, con l’unica condizione che Bolivar liberasse gli schiavi, un’idea che al Libertador non era venuta. Bolivar ha mantenuto tale impegno, ma dopo la sua vittoria, quando ormai la Grande Colombia governava, voltò le spalle al paese che lo aveva salvato. E quando convocò le nazioni americane alla riunione di Panama, non invitò Haiti ma l’Inghilterra.
Gli Stati Uniti riconobbero Haiti solo sessant’anni dopo la fine della guerra d’indipendenza, mentre Etiennes Serres, un genio francese di anatomia, scopriva a Parigi che i neri sono primitivi perché hanno poca distanza tra l’ombelico ed il pene. A quell’epoca, Haiti, era in mano a dittature militari macellaie, che destinavano le scarse risorse del paese al pagamento del debito francese: l’Europa aveva imposto ad Haiti l’obbligo di pagare alla Francia un risarcimento gigantesco, come di perdono per aver commesso il delitto della dignità.
La storia di molestie nei confronti di Haiti, che nei nostri giorni ha le dimensioni di una tragedia, è anche una storia del razzismo nella civiltà occidentale.

IL RAPIMENTO DI HAITI

per leggere l'articolo, clicca qui:
EFFEDIEFFE.com Giornale Online | Direttore Maurizio Blondet - Il rapimento di Haiti

sabato 30 gennaio 2010

ITALIA: VIA LIBERA AGLI OGM


Scegliendo di trascurare la sovranità alimentare dell'Italia e la nostra preziosa biodiversità, il Governo ha deciso di imboccare la strada che ci vedrà colonizzati dalle multinazionali chimico-farmaceutiche-biotechdetentrici dei brevetti sugli Ogm.

A quanto risulta dall'articolo che pubblica "La Stampa" ("L'Italia sdogana gli Ogm", 17/01/10), è imminente il 28 gennaio il via libera formale alla bozza sugli Ogm, che prevede le linee guida per la coesistenza (tra colture tradizionali e colture Ogm)
richieste dall'Unione Europea, che tuttavia non sono state elaborate dalla grande maggioranza degli Stati membri fino ad oggi.


L'Unione Europea, dopo avere emanato, con la lunga preparazione di 3 direttive e 4 regolamenti, le leggi per la tracciabilità e l'etichettatura degli Ogm, era tenuta, secondo il programma stabilito, a produrre anche le regole per la coesistenza (tra coltura tradizionali e colture geneticamente modificate).
In realtà la porta era stata spalancata agli Ogm nel momento in cui era passata la Direttiva europea che autorizzava i brevetti sulla materia vivente (98/44), ma si voleva quanto meno salvareil diritto del cittadino europeo ad una libera scelta alimentare.


L'Unione Europea non poté elaborare le regole di coesistenza perché il suo Comitato Scientifico dichiarò che tale coesistenza era inattuabile (gli Ogm, anche se coltivati a distanza di chilometri, finiscono sempre per inquinare ogni altra piantagione attraverso l'aria, i pollini, gli insetti, e anche attraverso il suolo). Fu scaricata la "patata bollente" dell'elaborazione di queste "linee guida" sugli Stati Membri, che a loro volta, ovunque possibile, l'hanno scaricata (in Italia è avvenuto così) sulle loro
amministrazioni regionali. Le quali non hanno potuto fare niente e in tal modo hanno impedito in Italia, come pure in svariati altri Stati Membri, l'autorizzazione alle colture GM.


Oggi all'improvviso,
senza alcun dibattito pubblico e in totale violazione della Convenzione di AARHUS, cui l'Italia aderisce (e che impone vengano informate le parti interessate dei cittadini, o gli stakeholder, che devono anche prendere parte al processo decisionale quando si elabora una iniziativa che riguarda l'Ambiente), ci giunge la notizia che l'accordo tra Stato e Regioni si sarebbe concluso. Con grande nostra sorpresa, dal momento che 16 Regioni Italiane si sono dichiarate "OGM Free" (e recentemente Barroso, presidente della Commissione Europea ha riconosciuto il diritto delle Zone "Libere da Ogm" ad esserlo).


Anche se nel Rapporto
"Come influenzare l'opinione pubblica sulle biotoecnologie agricole" (!), l'addetta all'Agricoltura statunitense in Italia definisce tutti, nell'elenco qui di seguito,"frange minoritarie" ...., una vasta maggioranza della popolazione si è espressa in Italia contro gli Ogm in agricoltura. Tra di essi:

  • il Governo nella persona del Ministro dell'Agricoltura Zaia
  • 41 Province e 2.446 Comuni, oltre le 16 Regioni già menzionate
  • il maggiore sindacato di agricoltori, la Coldiretti (9.812 sezioni nelle 18 regioni e 568.000 agricoltori)
  • la maggiore catena di distribuzione alimentare, Coop Italia
  • numerose maggiori marche di prodotti alimentari, come Barilla, Amadori, Bovinmarche, Fileni, ecc ...
  • la coalizione di Ong "Liberi da Ogm" e numerose altre Organizzazioni della Società Civile, anche in ambito accademico.
  • numerosi gruppi di parlamentari di tutte le correnti (in particolare Gianni Alemanno, già Ministro dell'Agricoltura e oggi Sindaco di Roma)
  • il Vaticano stesso con le dichiarazioni fatte dal Papa e scritte nel Documento "Instrumentum laboris" (1) per il Sinodo dei Vescovi Africani (pur se la Pontificia Accademia delle Scienze, che è autonoma dal Vaticano e che da esso è stata smentita su "L'Osservatore Romano", ha tentato nel mese di maggio scorso di accreditare la tesi di un sostegno del Vaticano agli Ogm ...).
Le ragioni del rifiuto agli Ogm dovrebbero ormai essere note per le basi solidissime (vedi anche bibliografia riportata di seguito) sulle quali esse poggiano. Infatti gli Ogm:
  • sono stati promossi negli anni '90, malgrado un giudizio negativo della Food and Drug Administration (FDA) negli USA
  • hanno promesso aumenti nei raccolti e riduzione dell'inquinamento chimico ed entrambe queste promesse sono state non solo disattese ma ribaltate (vedi ultimo rapporto del nov. 09 di Charles Benbrook: meno 10% nei raccolti e 4 volte più inquinamento da pesticidi)
  • hanno dimostrato di costituire un rischio per la salute umana
  • hanno dimostrato di costituire un rischio ancor maggiore per l'ambiente
  • hanno privatizzato un "bene comune" prezioso almeno quanto l'acqua: la materia vivente del pianeta.
  • non sono, come hanno voluto farci credere, uno strumento per migliorare la distribuzione di cibo nel mondo, ma al contrario una causa importante della grave crisi di fame. Infatti, essi fanno in modo che i popoli dipendano da potenti multinazionali, che mirano al solo loro profitto, con la riscossione del diritto di brevetto (ad ogni ciclo riproduttivo della pianta) e con il controllo del mercato globale del cibo.
1-) "La campagna di semina di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) pretende di assicurare la sicurezza alimentare [...]. Questa tecnica rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionalirendendoli dipendenti dalle società produttrici di OGM". (Benedetto XVI nel documento "Instrumentum laboris" per il Sinodo dei Vescovi Africani, 2009).

Bibliografia


1-)
"The right to food. Seed policies and the right to food: enhancing agrobiodiversity and encouraging innovation", United Nations (luglio 2009).http://www2.ohchr.org/english/issues/food/docs/A-64-170.pdf

2-)
"Failure to Yield. Evaluating the Performance of Genetically Engineered Crops", Union of Concerned Scientists (2009).
http://ucsusa.org/food_and_agriculture/science_and_impacts/science/failure-to-yield.html

3-)
"IAASTD - International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development" (2009). http://www.agassessment.org/

4-)
"Organic Agriculture and Food Security in Africa", UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) e UNEP (United Nations Environment Programme) (2008).
http://www.unctad.org/en/docs/ditcted200715_en.pdf

5-)
Biotecnology No Sure Fix for World's Nitrogen Fertilizer Pollution Problem", Union of Concerned Scientists (dicembre 2009). http://www.ucsusa.org/

6-)
"Impacts of genetically engineerd crops on pesticieds use in the United States: the first thirteen years", Charles Benbrook - Organic center (novembre 2009).
http://www.organic-center.org/science.pest.php?action=view&report_id=159

7-)
"Who Benefits from Gm Crops? The Rise in Pesticide Use", Friends of the Earth e Center for Food Safety (2008).http://www.centerforfoodsafety.org/pubs/FoE%20I%20Who%20Benefits%202008%20-%20Full%20Report%20FINAL%202-6-08.pdf

8-)
"Out of Hand: Farmers face the consequences of a consolidated seed industry", Farmer to farmer Campaign on Genetic Engineering (dicembre 2009).
http://farmertofarmercampaign.com/Out%20of%20Hand.ExecutiveSummary.pdf

Fonte:
http://www.equivita.it/Governo_sdogana_Ogm.htm

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RIFLESSIONI ATTUALI SU BANCHE E BANCHIERI

Ebbene sí, avevo promesso di non tornare piú sul tema signoraggio, quí sul blog giá abbondantemente trattato. Peró non ho resistito all'invito cosí bene espresso da Ida Magli.......alle prossime, vs. ..Lupogrigio
Tratto dal blog di comedonchisciotte
DI IDA MAGLI
web.mclink.it

Ringrazio tutti coloro (e sono molti) che mi hanno scritto compiacendosi della pubblicazione su di quotidiano politico (Il Giornale) del mio articolo sulla questione della sovranità monetaria. Il silenzio da parte di tutti gli organi d’informazione, su un argomento determinante per l’indipendenza politica ed economica della Nazione come questo, è sempre stato così assoluto che l’apparizione di un solo articolo ha suscitato meraviglia e addirittura entusiasmo da parte dei lettori, sia di quelli che ignoravano del tutto il problema, sia e soprattutto di quelli che si battono da anni in questo campo ma che sanno bene che il silenzio dei giornalisti rappresenta la prova sostanziale dell’impossibilità di uscire dalla prigione.

Ebbene io prego tutti di non scrivere a me ma al Direttore Vittorio Feltri; di inondarlo di lettere, o nella rubrica apposita del sito web del Giornale, o in quella del quotidiano a stampa, oppure nelle rubriche riservate ai Lettori di altri organi di informazione perché, senza l’interesse e l’appoggio forte, esplicito, il più numeroso possibile dei Lettori, lo sforzo che è stato fatto per uscire allo scoperto non servirà a nulla.

Nessuno ci tornerà più sopra o, diciamo meglio, a nessuno sarà più permesso tornarci sopra. Si tratta di una battaglia davvero all’ultimo sangue, alla quale, però, tutti possono partecipare purché non si lasci spazio al silenzio neanche per un giorno. Banche, Banche, Banche: dobbiamo parlare sempre di Banche.

Faccio un esempio: coloro che abitano a Roma, non si sa per quale misteriosa ragione devono pagare la tassa per i rifiuti attraverso le agenzie della Banca Popolare di Sondrio. Viene logico domandarsi: Sondrio? Perché Sondrio? Il giro di denaro dei contribuenti del Comune di Roma è senza dubbio imponente, ma non sappiamo chi siano coloro che ci guadagnano visto che non conosciamo i nomi degli azionisti della Banca Popolare di Sondrio. Perché mai non dovrebbero essere i cittadini di Roma? Insomma si torna al problema principale: perché le Istituzioni - comunali, provinciali, regionali, nazionali - si servono di banche? E nel caso fosse utile servirsi di banche, perché debbono essere “private”? Perché i cittadini non debbono sapere chi ci guadagna e non essere eventualmente essi stessi a guadagnarci? Perché lo Stato non può possedere una sua banca? (Lo ripetiamo nel caso qualcuno ancora non lo sapesse: la Banca d’Italia non è la “Banca d’Italia” in quanto appartiene ad azionisti privati; dovremmo anzi proporci anche il compito di farle cambiare il nome per non indurre in errore i cittadini). Quello che per ora si può cominciare a fare è mettere in pubblico il nome delle banche di cui si servono gli Amministratori dei Comuni nei quali abitano i lettori di questo sito e di altri siti interessati alla questione monetaria. Certamente saranno molti i cittadini che, come si sorprendono gli abitanti di Roma di dover pagare la tassa per i rifiuti alla Banca di Sondrio, si sorprenderanno delle stranissime scelte, o predilezioni bancarie, dei propri amministratori. E’ probabile che ne vedremo delle belle e che, incrociando i dati, riusciremo forse a capire quali interessi possano avere oltre che Roma a Sondrio anche, chissà, Palermo a Trieste.

Marco della Luna, uno degli autori del bellissimo saggio intitolato “Euroschiavi” (Arianna ed.), si occupa con il suo Centro Studi Monetario proprio di questo tipo di accertamento: chi siano gli azionisti delle Banche. Contiamo sul suo aiuto, anche se la questione principale rimane la mancanza di sovranità monetaria dell’Italia. A dire la verità questa mancanza, naturalmente decisa a suo tempo da “maschi”, appare alle donne addirittura assurda, anzi comica, in quanto nessuno al mondo sa meglio delle donne come la loro minorità sociale, la difficoltà insuperabile a diventare “libere”, quali che fossero i loro meriti e i loro sforzi, ha attraversato pietrificata secoli e secoli solo e soltanto per questo motivo: non avevano denaro proprio e non se lo potevano procurare lavorando (per questo le prostitute si vantavano di essere libere a fronte delle donne “per bene”: guadagnavano dei soldi). Si può chiacchierare oggi quanto si vuole esaltando la dichiarazione dei diritti dell’Uomo, l’uguaglianza di tutti gli individui, quale che sia il sesso, la religione, ecc. ecc., ma è stato il lavoro retribuito, o meglio, è stato soltanto poter possedere in proprio del denaro a rendere le donne libere e indipendenti.

Come può, dunque, una Nazione essere “libera” se non è padrona dei soldi con i quali vive? La cosa più grottesca, poi, è la “giustificazione” che viene invocata per tale stato di cose: i politici non saprebbero regolare nel modo giusto il flusso del denaro da immettere nel mercato se fossero liberi di crearlo. Non vogliamo neanche evocare le terribili crisi economiche che si sono succedute nel tempo, provocate con il loro comportamento dagli abilissimi banchieri messi al posto dei politici proprio, a sentir loro, perché questo non accadesse. Rispondere con questa evocazione sarebbe come avallare una tale presa in giro dei cittadini. Nel momento in cui ai politici abbiamo devoluto, in nostra rappresentanza, il potere di fare le leggi, abbiamo devoluto tutto, assolutamente tutto quello che ci riguarda. Ben più che la quantità di denaro necessaria al mercato: il nostro territorio, il rapporto con amici e nemici, guerra, tassazione, diritto, educazione dei nostri figli. La costituzione italiana afferma che la sovranità appartiene al popolo. Quindi anche quella monetaria. Si tratta di studiare un modo per riappropriarsene. Esistono già diverse proposte in proposito. Ritengo che rivolgersi ai magistrati per delle cause singole, come indicato da alcuni studiosi del problema, sia un sistema, per quanto giusto in teoria, troppo lento e poco efficace a livello di consapevolezza collettiva in quanto, anche quando le cause si concludono con una vittoria del cittadino, sussiste pur sempre il silenzio dei mezzi d’informazione che le sprofonda nel nulla. Io mi auguro che si formi un Partito, nel quale convergano, superando piccole differenze di punti di vista, tutti i movimenti già esistenti, un Partito che si presenti all’opinione pubblica con l’unica etichetta della battaglia contro i Banchieri per riappropriarsi della sovranità monetaria. E’ questo l’unico modo, dato che vi sono obbligati per legge, per costringere i giornalisti a parlarne e per poter discutere apertamente di problemi di cui la maggioranza dei cittadini è all’oscuro. So che è difficile rinunciare a ciò che contraddistingue un gruppo dall’altro, ma nessuna battaglia è “per l’Italia” più di questa. E- ne sono sicura- non soltanto per l’Italia. Diversi paesi (in questi giorni si è spesso alluso alla Grecia, che però, piccola e povera com’è, non ha avuto il coraggio di mettersi contro l’UE) non desiderano altro che avere un buon motivo per rinunciare all’euro e allontanarsi anche così a poco a poco da quel Impero in fallimento che è l’Unione Europea.

Il progetto ultimo dei banchieri - una sola moneta in tutto il mondo, un solo governo in tutto il mondo – è con tutta evidenza un progetto privo di realtà. E’ questo che dobbiamo gridare a viso aperto: i grandi Banchieri che ci guidano sono dei folli giocolieri privi di principio di realtà, pronti a gettare al vento vite, valori, affetti di tutto il pianeta così come ne hanno gettato al vento le ricchezze nell’ultima crisi. I loro sogni di potere globale sono vuoti tanto quanto i “salsicciotti” con i quali hanno riempito le Borse di tutto il mondo. Denunciarli è un dovere assoluto, fermarli è un dovere assoluto.

Ida Magli
Fonte: http://web.mclink.it
Link: http://web.mclink.it/ME3643/Edito10/banche2701.html


venerdì 29 gennaio 2010

DEBUNKER DISINFORMATI, I PROGRAMMI DI IRRORAZIONE FINISCONO SUI SITI DI STATO

Non sono gli articoli sulle scie chimiche a sorprendermi, tanto meno le numerose ipotesi avanzate; a farlo

è invece la superficialità dei debunker che confutano tali teorie, perché nessuno di loro si è accorto che le irrorazioni in molti stati del mondo sono una realtà, non è niente di segreto. Ciò di cui sto parlando è accessibile a tutti su internet, ma vi sconvolgerà!
Basta digitare “Weather Modification, Inc” su Google per scoprire che esiste una società che si occupa da almeno trent’anni di irrorazioni con lo scopo di modificare le condizioni climatiche. Questo è il loro sito:

http://www.weathermod.com

In home page si legge:

  • “Nello specifico, offriamo una gamma completa di servizi, da programmi operativi completi per l’incremento delle precipitazioni (accrescimento delle piogge), aumento del manto nevoso, mitigazione dei danni della grandine (soppressione della grandine), e liberazione dalla nebbia (dissipazione della nebbia), fino all’assistenza tecnica e/o passaggio di tecnologia per tutti questi usi”.
  • “Possiamo fornire […] una linea completa di attrezzature per l’irrorazione collaudate e approvate dall’FAA, o velivoli per l’irrorazione”.
  • “Stiamo conducendo operazioni sul tempo e ricerca dal 1961″

Nella pagina di presentazione dell’azienda si legge [1]:

  • “Dal suo inizio, il personale della compagnia ha registrato più di 30 mila ore di tempo effettivo di irrorazione delle nuvole”.
  • “Queste tecniche sono state impiegate con continuo successo per oltre 40 stagioni attraverso il mondo”.

Nella pagina “modificazione di velivoli” si legge [2]:

  • “Weather Modification, Inc. offre una vasta gamma di modificazioni di aerei per scopi speciali. WMI costruisce e installa attrezzature per l’irrorazione delle nubi per tutti gli scopi”.

La pagina dei progetti è il clou [3]:

  • “WMI è meglio conosciuta per la modificazione di successo delle nubi per la soppressione della grandine e l’incremento delle precipitazioni nelle Grandi Pianure del nord del Nord America ed è stata attiva dai primi anni ‘60″.
  • “Durante i mesi estivi, WMI usa più di 5 radar e più di 15 moderni aerei ad alte prestazioni, con piloti veterani, meteorologi esperti e ingegneri radar, su programmi di irrorazione delle nubi attorno al mondo. I nostri clienti includono assicurazioni private e pubbliche, organizzazioni di amministrazione delle risorse idriche, organizzazioni di ricerca di governi federali o centrali”.

I progetti sono ufficiali a tutti gli effetti e sono anche descritti sui siti federali americani [4]:

  • “Il Progetto di Modificazione delle Nuvole del Nord Dakota (NDCMP) è un programma operativo che irrora le nubi per la riduzione dei danni da grandine e per l’incremento delle piogge nell’ovest del North Dakota”.

Come vedete niente di così fantasioso, il clima si può modificare. Considerato il bailamme mediatico sul riscaldamento globale non è così assurdo pensare che l’aviazione militare sia impegnata in programmi di irrorazione ben più vasti.

[1] http://www.weathermod.com/about.php
[2]
http://www.weathermod.com/aircraft_modification.php
[3]
http://www.weathermod.com/projects.php
[4]
http://www.swc.state.nd.us/…

LO STRANO CASO DI OTTO WARBURG: IL NOBEL CHE SCOPRI’ LA CAUSA DEL CANCRO

La causa del cancro potrebbe essere stata scoperta più di cinquant’anni fa. Un enorme corpo di conoscenza è scomparso dai testi di medicina e la versione ufficiale ha subito ridimensionato quella che era una causa in un effetto. Oggi ci sono ancora scienziati alla ricerca della cura proibita, ma di loro non si sente mai parlare. La loro unica eresia è quella di interessarsi agli studi di Otto Warburg, che tra l’altro nel 1931 vinse il premio nobel per aver scoperto la vitamina B2 (riboflavina) e il suo meccanismo d’azione. Nel 1966 in una conferenza a Lindau, in Germania, Warburg spiegò così l’esatta causa del cancro [1]: “Il cancro, ancor più che per altre malattie, ha una serie illimitata di cause secondarie. Ma, anche per il cancro, c’è una causa primaria. Riassumendo in poche parole, la prima causa del cancro è la sostituzione della respirazione dell’ossigeno nelle normali cellule del corpo con la fermentazione dello zucchero”.Una conclusione motivata da innumerevoli test, la cui scientificità viene così espressa: “Solo oggi uno può sottoporsi, per quanto riguarda il cancro, a tutti gli esperimenti richiesti da Pasteur e Koch, come prova delle cause principali di una malattia. Se è vero che la sostituzione della respirazione con la fermentazione è la prima causa del cancro, allora tutte le cellule cancerogene senza eccezione devono fermentare, e nessuna cellula a crescita normale dovrebbe fermentare nel corpo. Un esperimento particolarmente semplice e convincente eseguito dagli americani Malmgren e Flanegan conferma ciò″.Una tesi certamente ardita, ma verosimile. Ciò che è cancerogeno, quindi, dovrebbe essere ciò che impedisce la respirazione cellulare. Molti fenomeni dovrebbero diventare comprensibili: i granulomi che a volte si trasformano in cancro, l’ulcera atrofica che può condurre al cancro dello stomaco, oppure potrebbe diventare più chiara l’attività biologica delle nanoparticelle studiate da Stefano Montanari o il meccanismo d’azione delle sostanze cancerogene. A tal proposito Warburg aggiunge: “Tutte le sostanze cancerogene danneggiano la respirazione, direttamente o indirettamente, scompigliando la circolazione capillare, una dichiarazione che è dimostrata dal fatto che non esiste una cellula cancerosa la cui respirazione non sia compromessa”. (La relazione tra sostanze cancerogene e carenza di ossigeno venne tra l’altro dimostrata anche da Seeger e Seyfahrt [2]).Se questa è la causa, perché è così difficile trovare una cura? Warburg così risponde: “Che cosa può essere ottenuto con i gruppi attivi, quando i tumori sono già sviluppati? (n.d.t. i gruppi attivi sono parti non proteiche di alcuni enzimi, coinvolte nelle reazioni chimiche. Per esempio il ferro, la vitamina B12 etc.). La risposta è dubbia, perché i tumori risiedono nel corpo quasi in condizioni anaerobiche, cioè in condizioni in cui i gruppi attivi non possono agire”. Seeger nel 1937 aveva dimostrato che in parte è possibile trasformare cellule neoplastiche in cellule normali e per quanto riguarda le metastasi le speranze sono piuttosto buone. Riprendendo Warburg: “Poiché le giovani metastasi vivono nel corpo quasi in condizioni aerobiche (n.d.r. in presenza di ossigeno), l’inibizione da parte dei gruppi attivi dovrebbe essere possibile. Pertanto proponiamo di rimuovere prima tutto i tumori compatti, che sono i focus (n.d.r. focolai di infezioni o simili, in questo caso si intendono i cancri principali) della metastasi. Poi il gruppo attivo deve essere aggiunto al cibo, nella maggior quantità possibile, per molti anni, anche per sempre”. Anche le deduzioni riguardanti la prevenzione sono piuttosto promettenti: “Molti esperti concordano sul fatto che circa l’80% dei cancri possono essere prevenuti, se tutti i contatti con i carcinogeni esterni conosciuti sono evitati”. Warburg aggiunge: “Oggi conosciamo due metodi per influenzare la respirazione cellulare. Il primo è quello di diminuire la pressione dell’ossigeno nelle cellule in crescita. Se è ridotta al punto che gli enzimi per il trasferimento di ossigeno non sono più saturi di ossigeno, la respirazione può diminuire in maniera irreversibile e le cellule normali possono essere trasformate in eventuali anaerobi (n.d.r. un anaerobo è un organismo che vive in assenza di ossigeno).

“Il secondo metodo di influenzare la respirazione cellulare in vivo è di aggiungere i gruppi attivi di enzimi respiratori al cibo dell’uomo. La mancanza di questi gruppi ostacola la respirazione cellulare e l’abbondanza di questi gruppi corregge la respirazione cellulare compromessa - una dichiarazione che è provata dal fatto che questi gruppi sono vitamine necessarie per l’uomo.
“Per prevenire il cancro si propone pertanto innanzitutto di tenere la velocità del flusso del sangue alta a sufficienza per mantenere una circolazione venosa ricca di ossigeno; in secondo luogo, mantenere alta la concentrazione di emoglobina nel sangue; terzo, aggiungere sempre al cibo, anche di persone sane, i gruppi attivi degli enzimi respiratori; e di aumentare le dosi di questi gruppi, se uno stato precanceroso si è già presentato. Se al tempo stesso cancerogeni esogeni sono rigorosamente esclusi, allora la maggior parte dei tumori oggi possono essere prevenuti”.
Sarà un caso che il 67% delle persone colpite da cancro soffre di anemia? Secondo alcune ricerche sembra che il trattamento dell’anemia influisca positivamente su terapie come chemio e radio. Ma per la medicina ufficiale l’anemia non è altro che la conseguenza di determinati processi chimici. [3]
Ma ciò che veramente dà credito alla tesi di Warburg sono i cancri indotti sperimentalmente con la riduzione di ossigeno. Warburg spiega così l’esperimento: “Se durante la crescita la pressione di ossigeno è ridotta al punto che la respirazione di ossigeno è parzialmente inibita, il metabolismo puramente aerobico delle cellule embrionali di topo è quantitativamente alterato nel giro di 48 ore, nel corso di due divisioni cellulari, nel metabolismo fermentativo delle cellule tumorali.
“Se poi si portano tali cellule, in cui è stato prodotto il metabolismo del cancro durante la crescita con riduzione di ossigeno, di nuovo sotto la pressione originale, alta di ossigeno, e si consente alle cellule di crescere ulteriormente, il metabolismo del cancro persiste. La trasformazione del metabolismo delle cellule embrionali in metabolismo delle cellule del cancro può quindi essere irreversibile”.
Warburg cita anche Pasteur a sostegno della sua teoria: “I virus non soddisfano la regola di Pasteur, ovvero che deve essere possibile trovare la prima causa in ogni caso di malattia. Quindi la scienza classifica i virus come una causa remota del cancro, che conduce all’anaerobiosi, la prima causa, che soddisfa Pasteur.
Sembra inoltre esserci un altro indizio interessante a sostegno di Warburg, ossia che “Le cellule cancerose […] erano in vivo tanto più maligne, quanto più era intensa la fermentazione”.
Pochi anni dopo la conferenza di Lindau Warburg morì e le migliori speranze furono vanificate. Quella che era da lui definita come la cuasa diventò un effetto e oggi è conosciuto dalla medicina ufficiale come “effetto Warburg”. In pratica la conseguenza e non la causa del cancro. La tesi della cellula impazzita ha da allora avuto il sopravvento e oggi è accettata dalla comunità scientifica internazionale; quella di Warburg è stata invece definita “l’ipotesi di Warburg”. Un appellativo ingannevole e limitativo, dati i numerosi esperimenti condotti. Ma molti scienziati non si arrendono: la teoria della fermentazione è stata riverificata più di una volta.
Nel 2007, Michael Ristow dimostrò come la forzatura dell’attività metabolica e della respirazione cellulare ostacoli la crescita del cancro. [4]
Una ricerca del 2006 al German Institute of Human Nutrition Potsdam-Rehbrücke, invece, conclude: “I risultati supportano il punto di vista che un incremento del metabolismo ossidativo indotto dal frataxin (n.d.t. una proteina che si trova nei mitocondri) dei mitocondri, può inibire la crescita del cancro alla mammella. [5]
Un’altra ricerca del 2006, condotta all’Università di Jena in Germania riporta nell’abstract: “Il metabolismo ossidativo può avere un ruolo chiave nel controllo della crescita del cancro” e ancora: “questa respirazione mitocondriale danneggiata può anche avere un ruolo nei processi di metastasi”. [6]
A questo punto dobbiamo porci alcune domande: perché non è mai stato trovato un cancro senza fermentazione? Perché tutte le cellule “impazzite” secondo la teoria ufficiale dovrebbero fermentare? Chi ha finanziato la ricerca sul cancro negli ultimi cinquant’anni? Cosa si nasconde dietro allo strano caso del Dr. Warburg?

Per chiunque lo volesse consultare, il testo integrale della conferenza di Lindau (in inglese) si trova qui:

http://healingtools.tripod.com/primecause1.html

tratto da altraconsapevolezza.it

giovedì 28 gennaio 2010

FABBRICHE DI NOTIZIE

Poco importa che un fatto sia sfavorevole, datelo a un disinformatore e lui lo trasformerà nella notizia più

meravigliosa e convincente che abbiate mai letto. La scelta e l’uso esperto delle parole pesano per oltre il 60 per cento sul pezzo finale. Ci sono tecniche ben precise che giornali e tv usano per disinformare e dominare il grande pubblico. Imparariamo a conoscerle:

1 - Non dire mai i perché. Questa è la piatta informazione che descrive gli eventi ma non gli antefatti, e ci rende incapaci di pensare. Rincari e aumento del petrolio diventano fenomeni senza cause; le manifestazioni pacifiche di Vicenza si trasformano in kermesse televisive piene di polemiche, senza parlare mai delle vere ragioni che hanno mosso migliaia di persone.

2 - Dimenticarsi la storia quando fa comodo, ma ricordarsi dei fatti che sostengono la causa. Lo spauracchio di Bin Laden va citato prima di ogni grande missione militare, seppure l’unica prova che a organizzare gli attentati dell’11 settembre sia stato lui, resta tuttora uno stupidissimo video hollywoodiano.

3 - Non parlare di quegli argomenti che si vuol far credere non esistano. Si possono cancellare interi problemi e la gente può non sentir mai parlare di nanopatologie, di privatizzazione dell’acqua e di almeno venti guerre combattute in questo momento nel mondo, che però non riguardano il petrolio.

4 - Servirsi di eventi catastrofici per manovrare l’opinione pubblica. Senza gli eventi dell’11 settembre sarebbe stato altrettanto facile entrare in guerra?

5 - Fornire una falsa-verità in modo che nessuno si interessi della vera risposta. Ci hanno fatto credere così bene che il fluoro è necessario per i denti, da metterlo pure nell’acqua potabile di tanti paesi sottosviluppati, quando esistono studi che dimostrano che, oltre certi dosaggi, è nocivo.

6 - Non pubblicare mai informazioni che potrebbero indignare l’opinione pubblica. Fino a qualche anno fa nessuno sapeva chi fossero gli azionisti della Banca D’Italia, poi è stato reso noto che si trattava in maggioranza di banche private. Vi invito, invece, a cercare quelli della Borsa Italiana.

7 - Ripetere le cose per farle diventare vere. Il sistema mediatico dipende da un esiguo numero di agenzie stampa e quando viene data una notizia, appare immediatamente su tutte le prime pagine dei giornali e su tutti i telegiornali, così poi diventa molto difficile smentirla, se non con gli stessi mezzi.

8 - Invertire l’effetto con la causa. Se si riescono a confondere per bene le idee, nessuno si farà più domande, e si rassegnerà a credere che non esistono risposte definitive. “Si verifica prima l’inflazione o l’aumento dei costi?” Provate a rispondere a questa domanda, se ci riuscite.

9 - Trovare un difetto e servirsene per annientare e distruggere. E’ bastato qualche vaffanculo di Grillo per etichettarlo come un pericoloso terrorista arruffapopoli ed è bastato indagare su Mastella per essere gli accusati e non gli accusatori, dato che sono i magistrati ad avercela coi ministri.

10 - Ripetere di continuo le cose per renderle abituali e farle accettare al popolo. Quante volte ci hanno parlato dell’euro e dell’Unione Europea o di quanto fosse cosa buona e giusta, prima di farci realmente accettare la nuova moneta.

11 - Citare fonti ufficiose. Ormai, per convalidare una ricerca scientifica sembra che basti citare qualche università dal nome altisonante o qualche rivista di settore. Guai però a dire chi l’ha finanziata.

12 - Spudorato utilizzo di falsità. Come accaduto per le armi di distruzione di massa in Iraq.

13 - Cambiare significato alle parole. La “cospirazione” è diventato l’appellativo per ridicolizzare qualsiasi teoria “politicamente scorretta”, invece di essere il termine tecnico di precisi eventi storici.

14 - Usare appellativi o titoli illusori. La guerra è diventata cosa buona e giusta da quando è stata soprannominata “missione di pace”, mentre l’inciucio è utile al processo politico, da quando si chiama “dialogo”.

15 - Usare etichette per screditare e annientare. Chi si oppone al governo fa “antipolitica”, mentre chi racconta certi fatti è un “terrorista”.

16 - Screditare con fatti veri o inventati. Dino Boffo è stato costretto a dimettersi con questa perfida tecnica. Ma è anche possibile distruggere interamente la reputazione di un giornalista raccontando che si interessa di ufologia, in modo che la gente si faccia l’idea che non è affidabile.

17 - Incutere paura con minacce o prediche morali. Lo si è fatto etichettando come antisemita chiunque nel gennaio 2008 osava criticare l’operato di Israele sui civili a Gaza. Anche se poi il rapporto Goldstone delle Nazioni Unite ha effettivamente condannato Israele per crimini di guerra. Eppure la predica morale era principalmente rivolta al ricordo dell’Olocausto, che ricorreva proprio in quei giorni.

18 - Provocare compassione per avere ragione. E’ bastato un evento ad hoc, come l’attentato al premier, per definire istigatori tutti gli oppositori e ribaltare la situazione in favore di Berlusconi.

19 - Sfruttare un evento drammatico per far accettare un cambiamento. E’ successo con l’attentato alle torri gemelle, poi col terrorismo e ora con la crisi. Le catastrofi nella storia sono quasi sempre servite per imporre regole più rigide, mentre le rivolte violente del popolo sono sempre servite per imporne di ancora più rigide.

20 - Portare al ludibrio o agli onori della cronaca per bloccare il dissenso. Si tratta di una tecnica moderna, diffusasi con l’avvento di internet soprattutto in Italia. In pratica si prende una frase, l’articolo di un blog, o persino un commento, e lo si mostra in un TG nazionale per intimorire i blogger che raccontano fatti scomodi. E’ successo dopo che la notizia da parte di un blogger sull’innalzamento dei livelli di radon in Abruzzo è subito balzata sui media nazionali. E’ successo anche con le tantissime teorie sull’attentato al premier. Insomma, colpirne uno per bloccarne cento.

21 - Usare una mezza verità come metodo di persuasione. Tecnica molto diffusa in medicina. Il colesterolo e i grassi sono diventati gli acerrimi nemici dei problemi cardiovascolari. C’è del vero, ma pochi parlano dei carboidrati e dei trigliceridi. Perché? E’ molto più difficile sradicare una mezza verità che una palese falsità.

22 - Nascondere dei fatti per capovolgere la notizia. Secondo voi quanto cambia la notizia se racconto che Caio ha sparato a Beppe, ma non racconto che Beppe aveva appena invaso la proprietà di Caio armato sino ai denti?

23 - Esagerare un’accusa per renderla non credibile. Spatuzza parla della collusione tra mafia e politica. Ma vi pare possibile? Berlusconi ci ride sopra.

24 - Distrarre l’attenzione dai fatti importanti. Può essere fatto in vari modi. Riservando alle notizie di rilievo un trafiletto nell’ultima pagina o parlando di cronaca nera. Spesso sono proprio i fatti a venire programmati in concomitanza a certi eventi di primo piano per non essere notati. I fatti politici sono spesso oscurati dai botta e risposta dei politici, mentre tutta la politica europea è quasi interamente oscurata da quella nazionale. Per esempio, quanti di voi sanno che il Trattato di Lisbona è definitivamente entrato in vigore il primo dicembre scorso?