nel 2003 la costa di Dubai ha conosciuto un puro esempio di 'terraforming' (mi si passi il termine) con il Dubai Globe: la Nakheel Properties s'è messa a giocare con paletta, secchiello e 11 miliardi di metri cubi di sabbia (aggiungo 47 milioni di tonnellate di roccia).
E' nato un arcipelago artificiale a forma di 'mappamondo': 300 isole, ciascuna rappresentativa di una zona del mondo o di uno stato, destinate agli uomini più ricchi della terra. Un sogno kitsch, da nababbi, che altrove ha trovato grande fortuna (torno a citare Las Vegas e gli orrendi alberghi a tema Venezia o Parigi).
Un anno fa (anzi, pochi mesi fa, nel 2009), i lavori sono stati interrotti, e tutto lascia pensare che il progetto non verrà mai più completato a causa della tremenda recessione economica e dell'esplosione di una inevitabile bolla speculativa edilizia nell'area della città.
La conclusione ovvia è che l'isola 'scivolerà' lentamente sott'acqua, e la natura si riprenderà il maltolto.
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