domenica 21 febbraio 2010

Il paese dalle piume di cristallo

Tratto dal blog del falso Blondet, postiamo oggi questa "fotografia " dell'autore, sulla nostra contemporanea "corsa dei lemming" !.............alle prossime porcherie..........vs. Lpg

L’unica scena del festival di Sanremo che ho visto è un pezzo di trenta secondi con Bonolis e quel tizio con faccia da ebete che gli fa da “spalla, di cui il mio inconscio si rifiuta di ricordare il nome.

Entrambi, in barba alla canzone “italiana”, transigevano al dovere linguistico, specie il tizio, verso il puro idioma romanesco. Alla faccia dei sostenitori della teoria secondo la quale l’uso del dialetto sarebbe in arretramento. Non in prima serata su Raiuno.

Una volta, quando nessuno sentiva il bisogno di rimarcare concetti come “patria” e “nazione” ogni venti secondi, i presentatori tv sfoggiavano una perfetta cadenza degna degli attori specializzati in doppiaggio dei film stranieri. Oggigiorno neanche certi doppiatori professionali sono privi di “pecche” nella pronunzia.

A settimane della tornata elettorale regionale, intanto, il paese si contorce, si sfilaccia, si dibatte nelle contraddizioni più stridenti.
Coloro i quali chiedono di salvare i 10mila posti di lavoro collegati con lo stabilimento Fiat di Termini Imerese probabilmente nel contempo auspicano l’eliminazione delle cosiddette auto blu.
Le diverse fonti attestano da 500mila a 600mila le “auto blu” in italia. Se supponessimo che il numero “equo” sia, diciamo, di 100mila, ciò significherebbe mandare a spasso 200-300mila autisti e addetti alle auto di servizio. Con una perdita occupazionale pari a DECINE DI VOLTE la chiusura integrale dello stabilimento siciliano della Fiat!

Esiste tutta una sinistra robotica, assuefatta dalla disinformazione globalista, nel considerare Obama come un “messia” dei giusti solo perché nero. Quando l’”abbronzatissima” amministrazione americana sta brutalmente portando avanti un programma da ESTREMISSIMA DESTRA (letto con “occhi” europei) di aggressione militare, più a destra di qualsiasi governo “di destra” potrebbe mai esistere in italia.

Coloro che schiamazzano per la nuova “tangentopoli” a Milano non si rendono conto che da Roma in giù le bustarelle sono 10 VOLTE quelle nella capitale meneghina.
Solo che laggiù il “vaso di pandora” del malaffare è ben sigillato dall’accordo generale nella spartizione del “bottino”. E i primi a trarne vantaggio stanno nel novero degli ordini giudiziario e forense. Se alcune cose emergono, di tanto in tanto, è perché qualcuno spiffera tutto come ripicca a causa di una imperfetta suddivisione della golosa “torta” degli appalti.
E più si parla di “guerra alla corruzione” più il marcio aumenta!

Solo cito la ridicolaggine di molti che si battono per la “legalità”, per la “lotta alla mafia” a meno che, naturalmente, l’“illegalità” e i “mafiosi” siano di origine albanese, cinese, magrebina, nigeriana eccetera.

L’italia NON è assolutamente riformabile.
E’ come un uccello che vola sempre più basso mentre le sue penne e piume si cristallizzano, come pietrificando, raggelate al vento della tempesta economica globale.

Chi invoca a gran voce nuovi tagli al sistema previdenziale, volta le spalle ai MILIARDI di euro impegnati per le FALSE pensioni, oltre ad altro assistenzialismo assortito.
Nel 2008 le pensioni d’invalidità erano costate oltre 16 MIIARDI DI EURO all’INPS.
Come assodato dai dati resi pubblici (1) gli assegni per disabili erogati sarebbero aumentati di mezzo milione (da 2,1 a 2,6 milioni) in soli de anni.

La “lotta ai falsi invalidi” è una farsa!
I “controlli” invece di farli DOPO non potrebbero essere fatti PRIMA, al momento della concessione dell’emolumento?
Superfluo ricordare che il maggior incremento di aventi diritto è avvenuto nelle regioni del Sud ove il numero di “invalidi” su popolazione è circa il doppio delle regioni padane (2).

Ma sapete la novità?
La “forbice” Nord-Sud è destinata ad allargarsi.
Con la tecnica della “riduzione dei punteggi”, durante le verifiche delle ASL, in Padania stanno TOGLIENDO l’assegno di invalidità a miriadi di VERI portatori di handicap.
Tra qualche mese, scommettete pure, Tg5, Repubblica e Corriere, scodinzolanti titoleranno che “Sono stati scovasti più falsi invalidi al Nord”.

C’è chi come il sociologo Luca Ridolfi ne “Il sacco del Nord” stima in 50 miliardi di euro il costo dell’assitenzialismo (3).
Tuttavia un approccio puramente “quantitativo” è forviante.
SIA CHIARO che ci sono delle considerazioni sociali e geografiche da fare.
Così come non basta a definire ”falso invalido” una persona che ha la fortuna di riuscire ad andare da sola a riscuotere la sua pensioncina. Oppure che riesce a disimpegnarsi a piedi nel traffico cittadino.

Il vero fulcro della questione meridionale è che quelle popolazioni NON hanno mai accettato l’unificazione garibaldina. E inondare il Mezzogiorno di denaro della tasse riscosse in Settentrione è servito a nulla da 150 anni a questa parte.

Come vi avevo suggerito fin da subito, il TFR scippato dallo stato ai lavoratori del Nord è servito a finanziare i “lavoratori socialmente utili” di Napoli e Palermo.
Rammentate ai tempi della riforma Prodi, vi dicevo che la trasformazione della liquidazione sarebbe stata un colossale trasferimento di denaro dalla Padania all’italia?
Ora anche la corte dei conti lo conferma (4).

Quello stesso organismo che aveva ripristinato le “pensioni baby” in Sicilia dopo che il presidente Cuffaro le aveva abolite(5). Per questo forse l’hanno cacciato, altro che mafia!

Appare chiaro che non si potrà attuare nessuna “razionalizzazione” della spesa, né instaurazione di “meritocrazia”, neanche prevenire l’arrivo di un governo “tecnico” targato Goldman – Sachs a “rimettere in sesto”, orribilmente, i conti del paese. A questo serve imbastire una nuova “tangentopoli”.
Le “piume di cristallo” si spezzano, non riuscendo più a tenere in volo l’”uccello” tricolore.

Subito dopo le elezioni, lo stato sarà costretto ad approvare una nuova decurtazione delle pensioni di anzianità, ossia di chi ha REALMENTE VERSATO CONTRIBUTI, con la scusa di “aiutare i giovani”. I nuovi “governatori” delle regioni padane, a QUALUNQUE schieramento apparterranno, saranno obbligati a imporre nuovi ticket, tagliare le prestazioni domiciliari, innalzare la pressione fiscale locale in zone peraltro severamente battute dalla crisi delle esportazioni.

Cercheranno di rimandare o annullare investimenti per le grandi opere in Settentrione adducendo che “abbiamo preso impegni di bilancio con l’Europa”. Certo che tenteranno di riformare IN PEGGIO il sistema degli ammortizzatori sociali, incominciando dalla cassa integrazione. Inammissibile per il “sistema paese” che siano dei “privati” del Nord a incamerare un guadagno senza lavorare.

Difficile aspettarsi una riduzione di numero e stipendi delle burocrazie inadempienti annidate nei palazzoni ministeriali. Manco meno una diminuzione negli ipotrofici organici delle amministrazioni pubbliche di alcune zone.
Se non altro perché storicamente non è mai avvenuto.

In italia sono in continuo aumento i “dipendenti statali” (in senso generalizzato, che “dipendono” da un qualche tipo di reddito fisso, stipendio, pensione, sussidio, fornito dallo stato). A fronte di una erosione progressiva dell’economia “reale” e LEGALE (“base imponibile”). Col risultato dell’incremento del disavanzo dello stato e l’aggravamento dello sbilancio nei conti pubblici.
Personalmente mi aspetto una nuova sanguinosa “tassa per l’Europa” come quella che Prodi ha mai restituito.
La struttura della spesa statale, comunque insostenibilmente irrigidita, la fa volare verso il precipizio.

Anche se ora fanno la voce grossa, le istituzioni internazionaliripescheranno la Grecia che sta finanziariamente affondando in un mare (ellenico) di guai.
Ma il debito pubblico italiano è il SESTUPLO di quello greco.
Che accadrà quando le grigie e diligentissime autorità sovrannazionali di Bruxelles, avendo “commissariato” il governo, ci chiederanno di diminuire drasticamente le “auto blu”?
Si consumerà il dramma di uno stato ridicolo.

Questo paese è un “uccello dalle piume di cristallo” sempre più appesantito. Non ce la farà a sostenersi in volo con 2 MILA MILIARDI di euro di debito a fine 2010.
Se in famiglia avete disabili, malati cronici, anziani non autosufficienti, se siete in “mobilità” o in “cassa” preparatevi a vedere il mondo con nuovi occhi.
Organizzaiamoci perché l’impatto col suolo sarà violentissimo, dagli effetti devastanti su di noi e sulle persone a noi care.
Effimera l’illusione di “leggerezza” nelle canzonette di Sanremo.

F. Maurizio Blondet

1 ) http://www.esseessepi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=634&Itemid=29
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2010/01/riforma-rilascio-invalidita-civile-contrasto-falsi-invalidi-mastrapasqua.shtml?uuid=705e646e-f6eb-11de-b9d6-48727817b1c7&DocRulesView=Libero
2 ) http://www.disablog.it/2009/08/13/pensioni-di-invalidita-i-numeri-regione-per-regione/
3 ) http://www.guerini.it/schedaLibro.asp?id=1831&gclid=CNqixqTn_Z8CFRko3wodXnrokA
4 ) http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-783395/tfr-corte-conti-rischio-buco/
5 ) Si' a baby pensioni Regione Sicilia
Via libera per 102, a riposo con 25 anni di anzianita'
(ANSA) - PALERMO, 1 NOV -
Sbloccati i prepensionamenti alla Regione siciliana: chi ne ha fatto richiesta potra' andare a riposo con 25 anni di servizio.
E' stata depositata ieri la sentenza della Corte dei conti (la numero 3120, presidente Zingale) che da' il via libera ai primi centodue dei quattromila dipendenti bloccati nel 2003 dal governatore Salvatore Cuffaro per evitare un costoso esodo per le casse regionali.
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/09/23/baby-pensioni-per-mila-la-regione-sicilia.html

4 commenti:

  1. Sarebbe opportuno dare uno sguardo un po’ più approfondito al panorama “statale” di chi ha avuto la fortuna di entrare a farvi parte: a fronte di precarietà e disoccupazione dilagante, mantenere un lavoro “dignitoso” in ministeri o strutture “pubbliche” la definirei oggigiorno una grandissima fortuna. Non necessariamente “figlia” di madre Raccomandazione e padre Senza meriti.
    La sottoscritta continua a lavorare da diversi anni in apparato statale, conquistato con le sue proprie capacità diverso tempo fa, e assicuro che come me sono tanti cittadini italiani.
    Non è giusto assiepare tutti in un gran mazzo di nullafacenti e scorticarli ad ogni occasione perché hanno un posto “sicuro” a differenza dei tanti precari e senza occupazione.
    Ci pensa già abbastanza il Ministro Brunetta a martirizzare i dipendenti statali, e francamente penso che ovunque al mondo esistano furbi, disonesti e scansafatiche: non necessariamente si trovano tutti in apparati “statali”, ai quali peraltro da circa vent’anni gli stipendi risultano bloccati e i contratti vengono rinnovati per grazia misericordiosa dopo vari anni dalla scadenza, con il fine di ridurre ulteriormente il potere d’acquisto e far capire che anche i dipendenti dello Stato debbono “tremare” e sentirsi insicuri.
    L’abolizione della scala mobile è stato il primo grande scippo perpetrato ai danni di chi lavora per vivere. Chi vive grazie al proprio censo e alle fortune familiari o politiche o mafiose, è fuori dallo sfruttamento.
    Chi ha un posto “fisso” deve sentirsi insicuro i perché comincia dalla vessazione psicologia la riduzione dei diritti dei lavoratori.Mi spiace ma non ci sto. In questo articolo Non c’è una sola riga di rispetto per tutte quelle persone che NON fingono invalidità inesistenti, e per tutti coloro che hanno dovuto sobbarcarsi il peso economico (oltre che psicologico e di cura parentale) di avere un familiare disabile o malato grave in casa, perché il Servizio Sanitario del nostro Paese, pur funzionando meglio di altri, viene progressivamente depauperato di finanziamenti volti al recupero del malato.
    L’argomento Sanità sarebbe troppo lungo da intraprendere e non è il caso.
    Pur riconoscendo che da decenni gli apparati dello Stato dovrebbero essere riformati (in meglio, in favore dei cittadini e dei servizi che dovrebbero erogare), non si può negare che se ci troviamo in questa situazione da quasi bancarotta, la colpa non è certo dei dipendenti dello Stato: il quale Stato, a furia di cartolarizzare e ridurre a brandelli propri “pezzi” grazie al criterio della finanza “fantasiosa” di cui si vantano tutti i governi fin qui succedutisi, ci fa una pessima figura a partire dai rappresentanti delle Istituzioni e non già dai cittadini, i quali sono tenuti all’oscuro delle vere manovre che si stanno realizzando per il fine di salvaguardare l’èlite principale: i banchieri.
    E’ in atto in questo Paese una durissima virata a tutta Destra, militarizzata e paralizzante delle migliori energie innovative, di cui dobbiamo ringraziare tutti i politici che coprono l’arco parlamentare.

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  2. prendo atto della piú che chiarificante precisazione dell'amica Luna. Mi trovo perlopiú d'accordissimo nel condannare tutte le coperture messe in atto dai ns. impuniti politici di qualsivoglia schieramento, sulle inevitabilmente nefaste manovre atte a garantire sempre piú, solamente gli interessi della élite dei banchieri.

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  3. purtroppo la vedo in maniera molto simile a quella di Luna, che certo ottimista non è.

    ps sintetizzare “Il sacco del Nord” di Ricolfi come "50 miliardi: il costo dell’assitenzialismo" è un po' riduttivo.

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  4. il Falso Blondet ha cambiato blog:

    http://blog-fmb.blogspot.com/

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